Erectile Dysfunction
Impotenza
Introduzione
La disfunzione erettile è l’incapacità dell’uomo di ottenere e/o mantenere una sufficiente erezione del pene sia per la propria che per la necessità del/della partner nell’ambito della gestione del rapporto sessuale. Tale fatto può verificarsi saltuariamente e senza indurre problemi psicologici o gestionali, ma quando si ripete più volte e il difetto erettile diventa più importante per qualità e/o quantità allora si attivano le problematiche con essa connesse. La disfunzione erettile frequente induce sia questioni emotive che di relazione e spesso induce la riduzione dell’autostima con un rafforzamento dei processi disfunzionali. Le cause sono numerose e diverse e non tutte sempre chiare o semplici da dimostrare e quindi trattare. La disfunzione erettile peraltro non è la conseguenza inevitabile dell’invecchiamento.
L’incidenza della disfunzione erettile è di circa il 10% della popolazione occidentale generale, ma arriva al 50% nell’età compresa tra i 40 ed i 70 anni. Purtroppo la questione viene affrontata adeguatamente solo da una piccolissima parte degli uomini interessati in tutte le età ed in particolare negli uomini giovani, sia per minimizzazione che per timore o vergogna. Questo atteggiamento porta spesso al peggioramento del quadro complessivo che invece spesso può essere risolto anche abbastanza facilmente, se non sempre rapidamente, dopo la accurata diagnosi delle cause.
L’anatomia del pene
Il pene è costituito da una parte cilindroide, il corpo, e da una parte conoide, il glande. La struttura principale di entrambi è di tipo vascolare, ovvero è una rete di vasi ampiamente comunicanti tra loro in cui il volume di sangue e la rigidità della guaina di rivestimento sono le condizioni fondamentali per la costituzione dell’erezione. Il corpo presenta due cilindri laterali, i corpi cavernosi, avvolti da una guaina di tessuto fibroso poco elastico, la tunica albuginea, e un cilindro mediano ventrale, il corpo spongioso, in cui trova posto l’uretra peniena o spongiosa. I corpi cavernosi sono gli elementi erettili, l’uretra è il canale per l’emissione dell’urina, pertanto connesso alla vescica, e dello sperma, pertanto connesso ai dotti ejaculatori che raccolgono lo sperma dalla prostata, dalle vescicole seminali e dai testicoli. Il glande costituisce la parte terminale del pene, utile per la sua forma a favorire la penetrazione, con al suo vertice l’apertura uretrale, il meato che serve per l’emissione all’esterno dell’urina (minzione) e dello sperma (eiaculazione). La cute, con caratteri di elevata elasticità, riveste tutto il corpo al terzo distale (quasi al glande) si ripiega formando il prepuzio che ricopre più o meno completamente il glande e al cui vertice è connesso ventralmente dal frenulo o filetto.
La fisiologia dell’erezione
Il processo erettile inizia nel cervello e coinvolge sia il sistema nervoso che quello vascolare. I neurotrasmettitori (le molecole che consentono alle componenti del sistema nervoso di comunicare tra loro e con le cellule dei tessuti di destinazione degli impulsi) vengono emessi lungo i circuiti di attivazione e disattivazione della risposta erettile del pene; in relazione a quale delle due attività domina, si attiverà o disattiverà il processo erettile. Gli stimoli fisici e psicologici convergono così sul circuito che deve attivare l’incremento di afflusso di sangue (parte arteriosa) al pene e che deve decrementare il deflusso (parte venosa) dal pene. Le due arterie peniene portano il sangue ai due corpi cavernosi, mentre l’arteria spongiosa lo porta al glande, cosicché l’aumento di quantità ingorga la rete vascolare dei corpi cavernosi e del glande gonfiandoli: la rigidità è dovuta al delicato equilibrio che si realizza tra la pressione aumentata nella rete vascolare e la rigidità elastica della tonaca albuginea che la riveste. La pressione viene anche sostenuta dalla chiusura parziale, per compressione e contrazione delle fibre muscolari lisce nei pressi delle valvole, delle vene. Nella rete vascolare peniena l’attività viene anche sostenuta dalla liberazione di molecole vasodilatanti quali il biossido e l’ossido d’azoto (NO2 e NO) che agiscono attivando l’adenilciclasi, l’enzima che ottiene il cGMP dal GTP convertito in GDP; tale processo è mantenuto in adeguato equilibrio da un secondo enzima, la 5-fosfodiesterasi, che che trasforma il cGMP in GMP disattivando il processo di vasodilatazione.
Come si può comprendere il processo erettile è frutto di diversi meccanismi erettivi molto delicati che possono invertirsi anche rapidamente attivandolo o disattivandolo.
Le cause della disfunzione erettile
La disfunzione erettile ha cause organiche e psicologiche, entrambe agenti separatamente o in concorso tra loro o in differenti successioni temporali, anche sovrapponendosi le une alle altre.
- Malattie Vascolari
- Diabete
- Farmaci
- Squilibri Endocrini
- Cause Neurologiche
- Traumi e Chirurgia Pelvica
- Malattia di Peyronie
- Insufficienza Venosa
- Congestione Pelvica
- Cause Psicologiche e Stress
Malattie Vascolari – L’arteriosclerosi, ovvero l’irrigidimento e la restrizione delle arterie, causa la riduzione del flusso del sangue nella rete vascolare corporea, ma anche solo nelle arterie di apporto al pene, che porta alla riduzione dell’afflusso di sangue al pene e quindi all’impotenza erettile. E’ connessa all’età e pertanto è la ragione dell’impotenza nin circa il 60% degli uomini con più di 60 anni; tuttavia ci sono condizioni comportamentali che possono favorirla anche in soggetti molto più giovani, quali spesso sono i fumatori. I fattori di rischio maggiore in ordine di più importante azione sono il fumo, il diabete, l’ipertensione, l’ipercolesterolemia.
Diabete – Questa malattia è dovuta alla carenza di insulina o al suo errato impiego da parte dell’organismo, per cui il livello di glucosio (il principale zucchero che l’organismo impiega e che circola nel sangue) nel sangue è alto e le cellule lo usano poco e male; la conseguenza è che i vasi, soprattutto quelli piccoli, si alterano riducendo il flusso di sangue e che ila conduzione degli stimoli nei nervi si altera impedendo la attività regolativa anche dei nervi che governano l’erezione.
Farmaci – Esistono numerosi farmaci che inducono direttamente o indirettamente le disfunzioni dell’erezione, compresi quelli per la cura dell’ipertensione, le patologie cardiovascolari, gli antidepressivi ed i tranquillanti, i sedativi, oltre ovviamente l’impiego continuo degli alcoolici, del fumo e delle droghe che nel medio-lungo periodo di tempo produce lesioni neurovascolari.
Squilibri Endocrini – Sono poco frequenti (meno del 5%) le cause ormonali responsabili delle disfunziooni erettive. La carenza del testosterone, meglio della sua forma attiva il diidrotestosterone (DHT), è molto rara e deve essere consistente (il livello ematico del testosterone deve essere minore di 2 ng/ml, del DHT minore di 30 pg/ml) può indurre la riduzione della libido (il desiderio sessuale) e della conseguenza risposta erettile. L’eccesso stabile di prolattina (oltre i 30 ng/ml in condizioni di rilasamento e assenza di assunzione di farmaci) induce la riduzione della risposta erettile con un meccanismo neurale ed endocrino abbastanza complesso.
Cause Neurologiche – Le lesioni del midollo spinale e le lesioni cerebrali, a causa dell’interruzione dei circuiti di controllo dell’erezione e degli stimoli sensoriali è responsabile, nei soggetti interessati e quando non sussitano anche altre cause, della disfunzione erettile. Tra queste le più frequenti sono comunque patologie gravi quali la paraplagia, l’infarto cerebrale, la sclerosi multipla, il morbo di Parkinson e di Alzheimer.
Traumi e Chirurgia Pelvica – I traumi della regione lombosacrale e pelvica possono indurre lesioni nel midollo spinale corrispondente e nella rete neuronale pelvica cosicché, sia in modo temporaneo che definitivo, si determina la disfunzione erettile. Analogamente può accadere alla rete vascolare con riduzione del sangue in afflusso (arterioso) che aumento del sangue in deflusso (venoso). Gli interventi chirurgici al colon, in particolare al retto-sigma, alla prostata, alla vescica possono indurre lesioni alla rete neurovascolare pelvica con la conseguenza della disfunzione erettile: ciò può accadere per inevitabili ragioni tecniche o per carente cura nel preservare tale rete, tantoché la tendenza attuale è quella di cercare di conservarla il più possibile anche se non sempre è possibile o se la reazione riparativa postchirurgica riesce ad evitare il danno; i danni temporanei possono dare difetto dell’erezione per circa 2 anni regredendo totalmente o parzialmente anche in tempi minori. La cistectomia e la prostatectomia radicale conseguenti al cancro rimuovono i circuiti nervosi di controllo dell’erezione, ma non quelli relativi all’induzione dell’orgasmo, cosicché pur mancando la prima, non diviene carente il secondo, se non per pore ragioni psicodinamiche.Malattia di Peyronie – E’ una poco frequente o rara condizione infiammatoria di natura non chiara (microtraumi ripetuti, reazioni auto/disimmuni, alterazioni metaboliche locali) che produce riparazioni cicatriziali retrattive che rendono rigida la zona interessata dei corpi cavernosi impedendone l’espansione erettile; quando è localizzata in una piccola area induce ipercurvatura con concavità dalla parte della lesione; quando più estesa induce un difetto nell’espansione del/dei corpi cavernosi e relativa disfunzione erettile. La rigidità può indurre anche un consistente dolore anche per lesioni piccole che generano disfunzione erettile di tipo protettivo.
Insufficienza Venosa – Quando le vene ed il loro sistema di valvole non sono in grado di trattenere il sangue nel pene, l’erezione si attiva, ma non rimane stabile. Le ragioni di tale effetto sono dovute a lesioni venose determinate da cause diverse sia organiche che psicodinamiche.
Congestione Pelvica – La rete venosa pelvica drena il sangue dal retto-sigma, dai testicoli, dalla prostata, dalla vescica ed è una rete di sfogo delle tensioni venose dell’addome superiore (fegato e milza in particolare). I processi disfunzionali ed infiammatori di tali organi, in particolare del retto-sigma e della prostata inducono, generalmente sui tempi medi, la congestione venoso-linfatica dell’area con determinazione dello squlibrio circolatorio e dei meccanismi di drenaggio cosicché si attivano stimoli protettivi e meccanismi di carente tenuta venosa che portano alla disfunzione erettile o al suo opposto acuto (erezione persistente con trombosi dei corpi cavernosi, il priapismo) che poi rievolve in insufficienza venosa. Alla disfunzione erettile può essere associata la presenza di emorroidi.
Cause Psicologiche - La depressione, i sensi di colpa, le preoccupazioni, lo stress, l’ansia concorrono ad inibire la risposta erettile e della libido (desiderio sessuale). Frequentemente ciò è dovuto alla comparsa di disfunzione erettile per una o più delle cause precedenti, attivando il quadro persistente di disfunzione erettile da paura per la prestazione… una specie di circuito che tende a chiudersi su sé stesso. Tale situazione finisce per amplificare le vere ragioni della disfunzione erettile.
La diagnosi della disfunzione erettile
La accurata valutazione clinica, dei dati storici e comportamentali, terapeutici precedenti ed in corso danno indicazioni relative alle possibili cause che poi devono essere indagate con gli specifici esami in relazione a quanto emerso come maggiore probabilità prima e per passi successivi per le ragioni meno probabili. La accurata sintesi dei dati raccolti consentirà di definire il quadro complessivo, senza sottovalutazioni, da sottoporre a terapia.
Esami sul sangue e sulle urine – I test sul sangue possono essere utili per determinare le condizioni generali che interferiscono con la capacità erettile: ove le condizioni cliniche lo richiedano possono essere determinati i livelli ormonali (testosterone. DHT, LH, FSH, prolattina, talvolta degli ormoni tiroidei) in almeno 3 campionature, tenendo conto degli stati di stress; i livelli di colesterolo e trigliceridi, di glucosio, le transaminasi e la bilirubina, il profilo proteico, il livello di creatinina. Altri parametri utili sono l’esame delle urine e l’emocromo. Tutti i test indicati servono a verificare le eventuali ragioni extragenitali della disfunzione erettile.
Test di funzionalità erettile – sono i test che verificano il flusso di sangue nel pene e nei vasi di afflusso e deflusso (rete perlvica ed iliaca), la conduzione degli impulsi nei nervi, il tono muscolare, lo stato strutturale dei tessuti penieni e degli organi dell’area pelvica:
- Ecografia Dinamica Peniena – si esegue la valutazione ecografica della struttura e dei flussi ematici del pene in flaccidità e in erezione indotta con l’iniezione intracavernosa di un vasodilatatore (papaverina o prostaglandina) in dose opportuna; ciò consente anche di verificare il tempo di reazione per ottenere l’erezione ed il tempo di cessazione e/o riduzione della stessa.
- Cavernosografia Dinamica – in casi particolari o in presenza di dubbi di tipo strutturale o relativi al deflusso venoso si esegue iniettando nei corpi cavernosi prima il mezzo di contrasto in flaccidità e registrando le immagini radiografiche, poi iniettando il vasodilatatore (papaverina o prostaglandina) in dose opportuna per ottenere l’erezione e registrando le immagini radiografiche in erezione. Può essere associata all’uretrografia retrograda ove vi siano da accertare possibili difetti strutturali dell’uretra.
- Conduzione dei nervi penieni – sono test che applicano stimoli in grado di verificare se la reattività dovuta alla buona conduzione sia presente: comprimendo il glande lo sfintere anale si deve contrarre se tutto funziona bene. Per situazioni più specifiche o ove il test reattivo dimostri tempi di lunga latenza si provvede con elettrostimoli a mezzo di elettrodi opportunamente applicati così da registrare i difetti di conduzione sia sensoriale che effettrice. Può essere applicata una vibrazione elettromagnetica registrando la sua percezione ai diversi livelli del pene in relazione a differenti intensità: la carenza di percezione è un indice di difetti della trasmissione nei nervi sensitivi.
- Rilevazione delle erezioni notturne (NPT) – poiché durante un sonno tranquillo e soprattutto nelle fasi REM si hanno circa cinque erezioni spontanee, la loro rilevazioni è un indice di buona funzione degli eventi automatici, quantomeno di buona conduzione nervosa e di buon flusso del sangue; tuttavia poiché i meccanismi di induzione erettiva nel sonno e nella veglia sono differenti, tale rilevazione non è necessariamente significativa per questioni puramente psicodinamiche ed è utile solo qualora siano totalmente assenti altre ragioni organiche. Questo tipo di erezioni si attiva circa ogni 90 minuti e possono durare anche circa 30 minuti: in generale la loro presenza garantisce che almeno questioni neurovascolari di rilievo siano assenti, ma non che siano assenti ragioni organiche. La registrazione può essere eseguita con fascette a strappo che resistono a tensioni differenti e quindi la capacità tensiva erettile è data da quelle che si spezzano, oppure con fascette connesse ad un elettrodo di registrazione (in generale una alla base ed una sotto al glande) che registrano la tensione indotta sul sensore contenuto nella fascetta.
Esame della prostata e dei testicoli – entrambi gli organi devono essere valutati con cura poiché alterazioni strututrali e funzionali possono essere alla base di una disfunzione erettile. Frequente è la disfunzione erettile dovuta a congestione della prostata per processi infiammatori in quanto questi modificano sia i flussi di sangue, in particolare la rapidità di deflusso che può aumentare, che l’efficacia della trasmissione degli impulsi nei nervi.
Il trattamento della disfunzione erettile
Il trattamento terapeutico può essere articolato in diverse soluzioni e deve sempre prevedere le eventuali terapie per le patologie connesse o sottostanti di tipo organico riguardanti altri organi siano essi genitali o di altri distretti: queste andranno risolte o riequilibrate prima o contemporaneamente al trattamento specifico per la disfunzione erettile.
Terapia sessuologica – un significativo numero di uomini sviluppa una disfunzione erettile su base psicologica e/o comportamentale e/o relazionale, le cui ragioni devono essere sempre poste in evidenza; In relazione alle ragioni evidenziate è necessario intervenire ai diversi livelli, o tramite il semplice confronto dialettico, o con l’iinsegnamento di attività di deconcentrazione e recupero delle percezioni sensoriali corporee, o con percorsi shiatsu-ayurvedici opportuni per il riequilibrio ed il rilassamento, o con un lavoro di recupero della comunicazione di coppia, ma anche ove sia strettamente necessario delegando la terapia allo psicologo.
Terapia immunotissulare (SAT) – l’immunoterapia è basata sulla somministrazione (per supposte o talvolta per microiniezioni intradermiche della componente Fab di anticorpi antitissulari specifici (ottenuti da cavalli opportunamente allevati, sensibilizzati con estratti da organi suini, i più simili per composizione a quelli umani) che agiscono sui tessuti bersaglio riequilibrando la funzione alterata; lo schema di somministrazione dipende dalle cause che inducono la disfunzione erettile così da agire sulle diverse componenti siano esse neuroendocrine, vascolari o peniene; il trattamento richiede generalmente almeno 3-6 mesi e le scelte devono essere eseguite da un andrologo esperto di tale terapia.
Terapia farmacologica orale – I due farmaci principali utilizzati per somministrazione orale sono il sildenafil (Viagra®): entrambi non sono induttori dell’erezione, ma sostenitori della stessa. Il sildenafil migliora e concorre a sostenere l’erezione indotta normalmente poiché inibisce l’enzima (la 5-fosfodiesterasi) che degrada il cGMP necessario al mantenimento del messaggio biochimico per l’erezione; in tale modo induce il rilassamento dei muscoli lisci vascolari dei corpi cavernosi facilitando l’afflusso di sangue e la conseguente distensione dei corpi cavernosi stessi. Il farmaco è rapidamente assorbito e poi metabolizzato cosicché deve essere assunto circa 60 minuti prima dell’amplesso e comunque con la stimolazione erettiva in atto; il suo effetto può mantenersi per 180 minuti, sempre che le condizioni induttive (gli stimoli e la predisposizione) siano attivi ed efficaci, tanto che la sua utilità è bassa quando questi mancano o sono alterati da altre patologie; la selettività del farmaco non è elevata cosicché gli effetti collaterali sono numerosi e talvolta pericolosi per cui va assunto solo in caso di reale necessità e sotto attento controllo andrologico, ma anche cardiologico quando sia necessario; va assunto a stomaco vuoto e la sua attività aumenta drasticamente per persistenza in circolo nelle patologie renali e epatiche; è necessaria elevata attenzione in caso di assunzione di altri farmaci, droghe o alcool o in caso di patologie strutturali del pene perché può accentuarle o dare luogo a priapismo (erezione persistente da trombosi venosa). Il Tadalafil è una variante molecolare che ha una azione più prolungata nel tempo per una meno rapida metabolizzazione, ma mantiene tutte le problematiche del sildenafil e accentua alcuni rischi tra cui quello della persistenza erettiva che può portare a priapismo.
Terapia farmacologica autoiniettiva – L’autoiniezione comporta l’impiego di un ago sottile e corto per iniettare il farmaco direttamente in uno dei corpi cavernosi, subito sotto al glande e lateralmente; il farmaco induce l’erezione in 10-30 minuti, la quale può durare anche molte ore. I due farmaci principali utlizzati sono la prostaglandina, PGE1 o alprostadil, (Caverject®) e la papaverina (Papaverina Hé Teofarma®) che sono induttori dell’erezione per azione diretta di vasodilatazione nei corpi cavernosi, dove prevalentemente si esaurisce la loro azione, entrambi ottenendo il rilassamento dei muscoli lisci dei vasi e quindi consentendo un elevato stato di afflusso del sangue; uno stato di stress consistente, anche non evidente, può impedire l’azione dei due farmaci per in quanto la liberazione di adrenalina agisce come potente vasocostrittore, tanto che l’iniezione endocavernosa di adrenalina viene impiegata come antidoto in caso di eccesso nel tempo di erezione indotto. Poiché la via è iniettiva, va posta particolare cautela nella disinfezione e l’iniezione ripetuta con elevata frequenza potrebbe dare luogo a cicatrici retraenti o reazioni fibrose con innesco di IPP (induratio penis plastica). L’alprostadil è anche somministrabile per via uretrale con apposito gel o supposta, ma l’efficacia è molto più bassa e il fastidio spesso molto più alto.
Pompa a vuoto – E’ costituito da un cilindro di plastica che viene sigillato con una guarnizione alla base del pene ed è connesso ad un aspiratore manuale all’altro estremo (dal lato del glande) così da generare ill vuoto nel cilindro e favorire l’afflusso di sangue verso il pene per differenza di pressione; una volta che il sangue ha gonfiato il pene è la sua pressione che lo mantiene all’interno del pene stesso e il cilindro può essere rimosso lasciando un anello di gomma a tenuta alla base del pene che evita lo svuotamento, ma che deve essere rimosso al massimo dopo 30 minuti, pena il rischio di lesioni da compressione e l’innesco di reazioni di trombosi e microemorragie nella struttura del pene con i conseguenti danni; se mal posto dà luogo a flaccidità tra esso e la base del pene impedendo l’autostentamento. Funziona meglio se sia almeno possibile avere una parziale erezione spontanea che non raggiunge il massimo a causa di insufficienze di tenuta venosa.
Protesi peniene intracavernose – sono indicate quando la disfunzione erettile non può essere trattata o non dà assolutamente esiti positivi con i trattamenti precedenti e dopo aver risolto le patologie collaterali; talvolta rimangono l’unica soluzione possibile a seguito di interventi chirrugici demolitivi per tumori o riparativi per macrotraumi pelvici. Le tipologie di protesi attualmente in uso sono due: le protesi gonfiabili e le protesi mallealibili. Le prime sono costituite da due camere cilindriche connesse, con una valvola inserita nello scroto) ad un serbatoio inserito nell’addome; è utilizzabile altresì un modello che compatta il serbatoio e le camere in una unica struttura endocavernosa: la valvola fa affluire il liquido del serbatoio nelle camere che si gonfiano inducendo una erezione abbastanza rigida, oppure fa defluire il liquido delle protesi nel serbatoio riportando la flaccidità. Le seconde sono costituite da cilindri a terminazione conoide di silicone con un’anima in metallo costruita con tecniche differenti che consentono di rendere più o meno rigida la protesi e quindi di ottenere una discreta rigidità o una discreta flaccidità; è evidente che il pene mantenga comuqnue uno stato semirigido legato alla prsenza delle protesi. In entrambe la consistenza del pene è ovviamente minore ed in quelle malleabili lo è ancora meno; entrambe lasciano il glande poco turgido essendo solo possibile una sua tensione ove il flusso ematico naturale sia ancora un poco adeguato. La scelta del tipo di protesi dipende da molti fattori, tra cui il costo e la possibilità di impianto dell’uno o dell’altro modello, fatto che deve essere discusso con l’andrologo.
Chirurgia vascolare ricostruttiva – la soluzione chirurgica vascolare ha indicazione molto specifica e quindi per casi particolari sia per il rischio chirurgico sia per i possibili danni alla rete nervosa di controllo, sia per la possibile formazione di tessuto cicatriziale e pertanto ha scarsa e prevalente applicazione sperimentale. In alcuni e ben specifici casi può essere utile la rivascolarizzazione peniena utilizzando protesi vascolari artificiali o naturali che riportino un corretto ed adeguato flusso di sangue al pene; alternativamente è possibile costruire un ponte tra i vasi per i corpi cavernosi ed una arteria derivata dalla radice della coscia; in particolare l’applicazione potrebbe essere utile in soggetti giovani con uno specifico blocco arterioso. In alcuni casi di insufficienza venosa primaria dei corpi cavernosi, comunque come ultima scelta terapeutica, si può procedere alla legatura delle vene insufficienti alla base di ciascun corpo cavernoso; il successo di tale intervento è modesto e può dar luogo a priapismo o ad instabilità nel medio-lungo periodo.
Terapia naturopatica – la buona reattività erettile è anche strettamente dipendente dalle scelte nutrizionali e dallo stile di vita; scelte nutrizionali errate, quali cibi troppo elaborati o trattati, alimentazione troppo rapida e poco digeribile, carente di frutta e verdura sono spesso alla base della disfunzione erettile; uno stile di vita caratterizzato dall’uso eccessivo o continuo di alcoolici, dal fumo e dall’uso di droghe di ogni tipo (soprattutto quelle cosidette ricreative), dallo stress e dal sovraffaticamento o dall’eccesso di competizione è spesso alla base della disfunzione erettile. Entrambi possono essere coesistenti amplificando i modesti effetti di parziali condizioni negative. La correzione di questi due aspetti costituisce la terapia naturopatica e il riequilibrio nutrizionale associato alla modifica dello stile di vita spesso ricostituisce la normale funzione erettile senza altro aggiungere. In ogni caso fossero presenti altre condizioni patologiche la loro terapia troverà elevato beneficio da tale recupero.
Il riequilibrio nutrizionale comprende:
- mangiare cibi freschi e completi, non trattati, di buona digeribilità e senza eccessi, tra cui frutta (in particolare frutta rossa quali i frutti di bosco o ricca in vitamina C) e verdura, prodotti da grano integrale, pesce e carne, olio di oliva extravergine
- evitare fritti e cibi troppo elaborati o trattati ed eliminare i cibi che inducono allergie o intolleranze quando queste hanno base non curabile
- bere molta acqua (in media 2-3 litri al giorno) così da mantenere alta la diuresi e quasi trasparente l’urina (azione depurativa ed idratante).
L’uso dei fitoterapici può essere utile, ove ben selezionati ed adeguatamente preparati, per integrare la terapia principale o per il trattamento di consolidamento o richiamo quando sia necessario e non sia indispensabile la terapia principale. E’ importate che i fitoterapici siano di elevata qualità e di adeguata preparazione. La scelta e la composizione, il dosaggio devono essere definiti dall’andrologo o da un medico fitoterapeuta. Tra i fitoterapici principali per la disfunzione eretile sono impiegabili il ginseng asiatico, la damiana, la catuaba, il ginko biloba, la muira puama, il guaranà, la maca.
L’attività fisica generale mantiene efficiente il sistema cardiovascolare e scheletrico-muscolare, concorre al rilassamento ed al sonno equilibrato, mantiene equilibrato il peso corporeo ed efficiente la distribuzione energetica corporea.
Gli esercizi di ritonificazione pelvica migliorano i flussi ematolinfatici dell’area pelvica ed il tono ed il controllo della muscolatura perineale.
L’omeopatia con l’impiego di specifici preparati definiti per tipo e dosi di somministrazione da un medico o andrologo omeopata può essere utile nel trattamento della disfunzione erettile, pur spesso richiedendo tempi molto lunghi.